E' bellissimo avvicinarsi in questo modo a casa: lentamente, gradualmente, senza passare attraverso quelle porte spazio temporali che sono gli aeroporti, ma attraversando frontiera dopo frontiera i confini dei paesi tra questi due continenti.
Dalla Russia all'Estonia, dall'Estonia alla Lettonia e poi dalla Lettonia alla Lituania: ogni volta una frontiera, ogni volta un controllo dei passaporti, ogni volta una valuta da cambiare e una nuova lingua, nuova gente, oltre ai paesaggi che diventano sempre piu' familiari per me e sempre piu' nuovi per Lucy.
Questo lento passaggio da uno stato all'altro permette di realizzare davvero tutta la distanza che c'e' e tutta la differenza che colma questa distanza: in aereo si immagina guardando dall'oblo, nel giro di poche ore, quello che sta succedendo 10 mila metri piu' in basso... via terra lo si vede, lo si respira e ci si pongono sempre piu' interrogativi, si scopre sempre di piu' di non conoscere e la curiosita' aumenta chilometro dopo chilometro, angolo dopo angolo, piazza dopo piazza.
Via terra ci si stanca anche, via terra bisogna organizzare, cercare, provare, trovare, come se fosse una grande caccia al tesoro con tanto di mappa e di indizi da trovare di volta in volta (il tutto e' facilitato poi dagli uffici turistici che sono una specie di bonus)... e il tesoro non sono solo i luoghi che riservano sorprese quotidiane, ma sono le persone che si incontrano sugli autobus, sui treni, negli ostelli... sono le persone che - come noi - viaggiano, ma sono anche le persone che vivono nei luoghi in cui noi siamo solo di passaggio e ci dicono di divertirci nel loro paese... "Enjoy Estonia!", "Enjoy Latvia!"... quale miglior benvenuto si potrebbe ricevere dai locali se non l'evidente desiderio di condividere quello che di bello c'e' nella propria nazione con chi ha voglia di visitarla?
domenica 29 luglio 2007
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